Teatro e spiritualità laica: la diversità del Natale nelle Chiese del Tarantino

“Nel nome del Padre”. La recensione
Evento del 18-19 dicembre 2020 a cura di Magna Grecia Awards
Castallaneta – Chiesa dei Santi Francesco e Chiara
Ginosa – Chiesa del Cuore Immacolato di Maria

Il Premio Magna Grecia Awards, con l’evento “Nel nome del Padre”, ha celebrato un altro Natale e un Natale altro, a cui tutti hanno potuto partecipare con le dirette Facebook del 18-19 dicembre.

In tempi di emergenza pandemica la “diversità” del Natale che ci è imposta, rende ancor più forte il messaggio espresso in questo lembo di Terra d’Otranto dalla manifestazione voluta da Fabio Salvatore (fondatore e direttore artistico del Magna Grecia Awards).

In evidenza la partecipazione del parroco di Scampia, il prete anticamorra Don Aniello Manganiello e del giovanissimo imprenditore “illuminato” Giuseppe Savino, che ha fatto dell’agricoltura la sua missione di fede.

Altresì nelle rispettive Residenze Comunali è stata conferita la presidenza onoraria del Magna Grecia Awards al magistrato Catello Maresca e sono state conferite due menzioni speciali al prof. Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe e al giornalista Gianfranco Fiume, caporedattore del TGR Puglia.

Le letture appassionate degli attori Nancy BrilliEnrico Lo Verso, le canzoni toccanti del cantautore Giovanni Caccamo che hanno echeggiato nelle Chiese di Castallaneta e di Ginosa (Taranto) – nel nome del Padre, come si conviene – non sono state tratte dai testi sacri. Testi e canzoni d’autore sono laiche eppure trasudano amore, fratellanza, carità, misericordia.

Alda Merini ed “il dono della lacrima”. Khaled Fouad Allam e la lettera al kamikaze.  Erri De Luca e il Natale del bambinello nero che nasce in una stiva.

I brani di Battiato. La struggente “Hallelujah” di Leonard Cohen. L’intensa “Eterno”, canzone sanremese dello stesso Caccamo.

Terrorismo, migrazione, camorra, agroecologia, amore/dolore come facce della stessa medaglia. “Nel nome del Padre” non è stato uno spettacolo, non è stata una funzione religiosa. In prossimità della “Domenica dell’Annunciazione” è stato semplicemente l’annuncio del Natale imminente.

Un Natale con Giuseppe e Maria con le mascherine, che tanto stride con quello delle file ai negozi (anche in tempi di Coronavirus).

L’annuncio della nascita del Salvatore avviene con le parole di Erri De Luca di “In nome della Madre”, donna coraggiosa e intrepida.

Il canto poco religioso di Cohen è così perfetto in questa occasione. Ci vengono in mente le parole pronunciate dal cantautore canadese sul senso della sua canzone, che è quello di “riunirsi ed abbracciare il disordine”. Ora più che mai è necessario.

Claudio Costantino

 

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