L’anatra all’arancia all’Eliseo. Barbareschi: “La comicità è una medicina meravigliosa”

TEATRO ELISEO
Da 13 dicembre 2016 a 8 gennaio 2017

L’ANATRA ALL’ARANCIA
di Wlliam Douglas Home
versione francese di Marc Gilbert Sauvajon
traduzione di Luca Barbareschi

con
Luca Barbareschi
Chiara Noschese
Gianluca Gobbi
Margherita Laterza
Ernesto Mahieux

regia
Luca Barbareschi

Arriva al Teatro Eliseo, per le festività natalizie “L’anatra all’arancia”, commedia diretta, prodotta, tradotta ed interpretata da Luca Barbareschi con al fianco  Chiara Noschese, Gianluca Gobbi, Margherita Laterza ed Ernesto Mahieux. Nella conferenza stampa di presentazione Barbareschi ha sottolineato: “Questa commedia ha una profondità straordinaria, ha la stessa potenza di ‘Chi ha paura di Virginia Woolf” ma, a differenza del testo di Albee, ha una struttura narrativa molto divertente  che aiuta a veicolare concetti profondi con la risata. Il mio personaggio mi somiglia: è un po’ psicotico e si difende con un cinismo che nasce da tormenti profondi”.

Questa pièce cult, scritta na fine anni Sessanta, è opera dello scozzese Williams Douglas Home, poi adattata dal celebre autore teatrale francese Marc Gilbert Sauvajon. Quella italiana del 1973 è un’edizione rimasta storica, diretta e interpretata da Alberto Lionello, al cui fianco recitava Valeria Valeri. Celebre è anche la versione cinematografica che vantava l’interpretazione di Ugo Tognazzi e Monica Vitti, nei panni della coppia protagonista con la regia di Luciano Salce. “Non ho voluto rifarmi ai vecchi modelli ma – ha spiegato Barbareschi – sicuramente mi ritrovo negli straordinari artisti che prima di me hanno affrontato questi ruoli, per tempi comici e per il sottile cinismo”. “Sono felice di mantenere la tradizione, del resto la comicità è una medicina meravigliosa”.

Luca Barbareschi, nella conferenza stampa, ha poi denunciato il disinteresse delle istituzioni verso un teatro storico ed emblema di Roma come l’Eliseo: “Di questo passo un polo d’eccellenza basato su una struttura privata che nel 2018 compie 100 anni non ce la farà a continuare a lungo. Ho investito tutto in questo teatro romano ma i miei soldi sono finiti;  questa macchina da sola costa 4 milioni l’anno ed io perdo svariati milioni di euro l’anno. Ho subito gravi ricatti da questa città politicamente marcia e le istituzioni non possono ignorare il mio intervento. I contributi pubblici che ricevo sono ridicoli”.

Infine alcune considerazioni di carattere generale, partendo dalla situazione personale: “Dovremmo trasformare il nostro Paese in industria culturale, ma la cultura ha un costo”.

Brunella Brienza

 

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