Andrea Braido è un virtuoso della chitarra che, in molteplici dischi, ha esplorato a tutto tondo, sempre con classe, originalità e straordinaria capacità espressiva: dal rock al jazz, alla musica latina, dall’acustico all’elettrico, da Hendrix a Santana…
L’ultimo suo lavoro discografico è “Braidus in orchestra” (Videoradio / Raitrade 2012), operazione ancor più complessa delle altre perché nel disco duetta e “duella” con la “Bulgarian Symphony Orchestra” (una delle più prestigiose, che tra l’altro ha realizzato la colonna sonora della pellicola “Il segreto dei suoi occhi”, premio Oscar 2010 come miglior film straniero). Braido, per la realizzazione del disco, si è avvalso della collaborazione di Marco Grasso per la direzione artistica e l’orchestrazione e di Giorgio Seropian, pianista e compositore. Tutti i brani del cd sono composizioni originali, firmate a sei mani proprio da Braido, Grasso e Seropian.
Un talentuoso chitarrista che si alterna tra chitarre elettriche ed acustiche, ed una grandissima orchestra: dall’incontro nasce un disco “multicolore” che cerca, per l’appunto, i “colori” del suono, la sua intensità sia nelle partiture più rock che in quelle acustico-melodiche.
In evidenza i brani più rock, quasi progressive – “Escape from the Storm” e “Oltre Gibraltar” – in cui l’artista si è ispirato ai Deep Purple con la Royal Philharmonic Orchestra (il memorabile concerto, e disco live, per gruppo e orchestra del 1969).
Ai momenti rock si alternano quelli più melodici, ma altrettanto intensi: “Notte mediterranea” e “Eyes of a child” sono composizioni che rendono omaggio all’universo musicale di Ennio Morricone.
Si avverte anche la presenza di un certo ritmo latino; in tal senso si ascolti “Orange Jam” dove c’è l’orchestra in primo piano, in tutte le sue sfaccettature. Un brano che è davvero una sorta di jam session della chitarra con l’orchestra (con il flauto jazz, la tromba).
Deep Purple, Ennio Morricone, Classica, Musica Latina… sempre con l’originalità e la maestria che caratterizza questo grande artista, che si avvale ora di un accompagnamento eccezionale.
«Il risultato complessivo del disco mi sembra quello giusto, percorrendo molteplici strade senza pormi dei limiti – ci dice Andrea Braido -. Sono convinto che il sound non ha confini, l’unico spartiacque possibile è tra musica bella o brutta».
Gaetano Menna