E se Dio andasse dallo psicanalista?

“Oh mio Dio”, la recensione della prima nazionale del 16 novembre 2011
In scena al Teatro Vittoria fino al 4 dicembre 2011

Dio in giacca e cravatta, occhiali scuri in versione “padrino”, si presenta al cospetto di una psicanalista. Ha meno di un’ora a disposizione per raccontare i propri turbamenti, le proprie ansie sentendosi profondamente depresso. Ha cinquanta minuti per riuscire a riprendersi e salvare quindi le sorti del mondo che da lui dipendono.Questo è lo spunto iniziale da cui prende avvio la deliziosa commedia “Oh mio Dio!” in scena in prima nazionale al Teatro Vittoria sino al 4 dicembre. Un piccolo capolavoro della drammaturgia contemporanea diretto da Nicola Pistoia.

Dialoghi serrati, di spessore culturale, costituiscono l’ossatura dello spettacolo che vede in scena due grandi protagonisti:Viviana Toniolo e Vittorio Viviani. I due attori sono sul palco per tutta la durata dello spettacolo e sono entrambi bravissimi a mantenere costantemente alto il ritmo della pièce e dei suoi dialoghi. Sanno anche improvvisare con sapienza, ironia e simpatia in occasione di piccoli imprevisti di scena (come una lampada che inavvertitamente cade in terra).

Il vero punto di forza della commedia è nel suo testo, opera dell’autrice israeliana   Anat Gov, un vero idolo nel suo paese (ha vinto il premio nazionale israeliano con la commedia “Care amiche” che ha fatto registrare oltre 700 repliche nel 2000, nda). Le parole, alle volte dure e aspre alle volte dolci e tenere, si susseguono incalzanti, fanno commuovere e ridere. Si tratta di un testo intelligente, profondo, spiritoso e acuto.

Toniolo – che tra l’altro è anche la direttrice artistica del Teatro Vittoria – veste alla perfezione i panni della psicanalista e della madre di un ragazzo autistico (interpretato da Roberto Albin che propone sul palco anche brevi momenti musicali accompagnandosi con la viola). Viviani è ormai divenuto il Signore del teatro italiano, avendo già interpretato il ruolo di Dio (nella lettura scenica “Dio e Stephen Hawking”) o di personaggi affini a Dio (in “Processo a Dio” interpretava il rabbino Nachman, difensore di Dio).

Una nota di merito in particolare va al Teatro Vittoria che ha investito in questo spettacolo che ha già riscontrato l’anno scorso un grandissimo successo a Tel Aviv  registrando più di cinquecento repliche. Auguriamo a “Oh mio dio!” di avere, anche in Italia, un “successo divino”.

Monica Menna

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