“Io, mai niente con nessuno avevo fatto”. La recensione
In scena al Teatro Argentina l’ 8 settembre 2014
Giovanni è l’innocenza che non si sporca. L’ingenuità allo stato puro che neppure la violenza scalfisce. Giovanni è solare in un mondo di ombre.
“Io, mai niente con nessuno avevo fatto” – che apre, al Teatro Argentina, la rassegna teatrale “Garofano Verde”, curata dal critico di La Repubblica Rodolfo Di Giammarco – è un’intensa pagina di teatro che racconta la storia di Giovanni ma anche di Rosaria e di Giuseppe.
Racconta le storie in dialetto siciliano, ancorando così la narrazione ad un tessuto popolare, ad un vissuto che sa di antico, di primordiale, di istinto. Rosaria e Giuseppe sono tutto il mondo di Giovanni, il quale si tuffa nel gioco della vita in modo fanciullesco, con trasporto. Ma tutto attorno a lui è buio, brutalità animalesca.
La violenza colpisce lui e le persone a lui più care: quella cugina che è, di fatto, madre, figlia, amica, sorella; quell’uomo che è per lui l’amore vero, il desiderio, la passione. Niente è facile in un mondo infelice e perdente, in cui non ci sono contorni definiti tra aggrediti ed aggressivi, tra deboli e forti. La vita travolge Giovanni che ne è vittima, ma anche vincitore. I personaggi non si incontrano mai sul palcoscenico.
La rappresentazione è fatta di monologhi (tranne alcuni dialoghi secondari), di tre persone che raccontano, con il desiderio di ricordare o di dimenticare.
Il ritmo narrativo è sostenuto e la parola trasmette tutta la drammaticità, la liricità di questo testo giocato sui chiaroscuri, in cui però emerge il personaggio principale che è una tavolozza di colori. Bravi i protagonisti (Enrico Sortino, nei panni di Giuseppe, Federica Carruba Toscano che è Rosaria) in una messa in scena che richiede un coinvolgimento assoluto. Superlativo Jole Anastasi che è l’autore, il regista e quell’incredibile ed indimenticabile personaggio di nome Giovanni.
Claudio Costantino