Sanremo. Tony Pagliuca scrive a Celentano: “Sono vittima della casta della canzone”

Lettera aperta di Tony Pagliuca, storico tastierista de Le Orme a Adriano Celentano, in relazione alla sua partecipazione a Sanremo.

Pagliuca invita Celentano a raccontare “che la cultura deve tornare a circolare libera nei suoi spazi e non deve essere mai più in mano alla casta della canzone“. Chiede altresì “di bonificare” Sanremo dal marcio che c’è dietro i riflettori…

Come è noto, ha fatto molto discutere il compenso del molleggiato per la sua partecipazione alla kermesse sanremese: 350 mila euro a serata, con un tetto massimo di 750 mila euro.  Il cantante ha annunciato che lo darà in beneficenza. Pagliuca nella sua lettera parla anche del taglio del Fondo di solidarietà dei soci Siae, un mensile di 615 euro. Ed è stridente il confronto tra le cifre.

Non chiediamo a Celentano – che ha deciso di donare il suo cachet  ai bisognosi – di aiutare economicamente il tastierista veneziano che tanto ha dato al progresso del rock in Italia, ma di sostenerlo moralmente sì. Tony non ha un becco di un quattrino ma dignità e integrità morale e spirituale da vendere.

Un suggerimento sommesso al molleggiato: porti con sé questo spirito libero sul palco di Sanremo, si faccia accompagnare dalle sue note al pianoforte. La sua limpidezza, la sua onestà anche intellettuale meritano di essere ricordate. Sono un monito per tutti, nell’Italia della grande crisi. (G. M.)

La lettera ad Adriano Celentano

Io sono Tony Pagliuca ex componente de Le  Orme, dal 1° Gennaio mi è stata tolto il Fondo solidarietà dei soci Siae un mensile di 615 euro era il mio unico sostegno economico sicuro e non so come andrò avanti con moglie insegnante precaria e due figli che studiano, mutuo prima casa ecc.
Ma ora non protesto perché mi sento ancora libero e al fianco di tutti coloro che cercano un posto di lavoro onesto e perché ho fiducia nel futuro e confido nell’operato del presidente del Consiglio Mario Monti che mi sembra una persona per bene.
Ho pagato ancora a malincuore il canone Rai e mi permetto di dirti che se quest’anno vai a Sanremo cerca di rimanere nel tuo campo quello che ti ha dato il successo e cioè il canto, canta le tue belle canzoni partecipando magari anche tu alla gara. E se invece sentirai il prorompente bisogno di monologare allora raccontala giusta.
Racconta che la cultura deve tornare a circolare libera nei suoi spazi e non deve essere mai più in mano alla casta della canzone.
Racconta che ciò che si sente in radio e si vede in tv non è il meglio di ciò che la nostra bella Italia produce. Perché gran parte delle programmazioni sono al soldo delle case discografiche e dei grandi management S.p.a.
Racconta che nel nostro Paese ci sono tanti giovani talenti che non trovano mai spazio e se lo trovano sono spremuti e gettati come limoni.
Racconta, se permetti , che il sottoscritto pur avendo scritto delle pagine di musica rock progressive riconosciute in tutto il mondo, per partecipare in gara a Sanremo con il suo gruppo ha dovuto pagare 50 milioni di lire per “il parrucchiere” mentre tanti altri concorrenti privilegiati non solo non hanno pagato niente ma sono stati loro pagati fior di quattrini per la loro prestazione.
Racconta che tanti altri musicisti come il sottoscritto hanno cercato , rinunciando a facili guadagni, di elevarsi all’altezze dei grandi della musica producendo, in proprio, lavori di pregio che non si sentiranno in Rai e non si vedranno in TV a causa dei conduttori corrotti e se le loro opere non saranno conosciute non potranno di conseguenza fare il loro lavoro e cioè i concerti.
E e se condurrai più di una serata: chiedi che Sanremo sia un concorso di giovani che studiano la musica non il cimitero degli elefanti. Chiedi infine di bonificare l’ambiente dagli spacciatori di droga, dai giornalisti corrotti, dai manager evasori e infine la mia preghiera non duettare con Madonna (il solo nome dovrebbe farti allontanare) e chiedi per Sanremo la benedizione di Benedetto XVI il Papa ama la musica, l’Italia e vuole bene a tutti gli artisti.
Antonio (Tony Pagliuca)

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7 pensieri riguardo “Sanremo. Tony Pagliuca scrive a Celentano: “Sono vittima della casta della canzone”

  1. Non sarebbe male, viste tante storie banali infilate per forza in banali trasmissioni del mattino, magari condotte da svenevoli biondine approdate in RAI non si sa come. sentire un interessante nonché giustissimo messaggio veicolato dal nostro Tony…

  2. Senza parole,non c’è altro da aggiungere a ciò che ha scritto un uomo che conserva la sua dignità nonostante i problemi economici.E’ brutto constatare,però,come i veri professionisti,artisti che hanno scritto pagine indimenticabili della musica italiana riconosciute nel mondo,debbano essere tenuti al di sotto di ogni normale,semplice,dovuta considerazione dal mondo delle sette note che ,invece,pensa ad altro.Grande uomo Tony Pagliuca oltre che grande artista….

  3. Quello che afferma il mio amico Tony Pagliuca, Autore, e compositore di grandissimo spessore!!, pianista storico delle ” ORME ” è una vera cruda realtà!!! Sono pochi i grandi artisti, che abbiamo in Italia, che si sono potuti esprimere, e hanno avuto visibilità, solo x caso, e non certo x meriti. La discografia ha solo inventato, e dato spazio, a degli squallidi cattivi profeti della sottocultura Italiana, che riempiono gli stadi proponendosi a una massa di giovani disperati e poco colti, che non sono dotati certo di una raffinata sensibilità, che gli possa far distinguere, quando un musicista è veramente grande!! ” Ma consumano, il prodotto, elegendo costoro, ad essere considerati delle grandi ” Star, ” Vergogna!!!!! Questo paese è un canile di pseudo artisti, senza meriti, che non elargiscono nessuna emozione di sorta!! Mentre tanti giovani talenti veri, di ieri e di oggi, grazie a quella che appropriatamente, Pagliuca definisce, casta della canzone, ha impedito sempre, la libera espressione culturale, musicale ed artistica, che avrebbe dato lustro, alle grandi tradizioni storiche che l’italia vanta in questo settore!! La mia speranza, e che questa cultura infame, ormai diventata un dogma, vada a farsi fottere e sparisca con i soggetti che la producono, in nome dei loro squallidi sporchi affari di business!!! Gianni Maesano.

  4. Caro Tony condivido in buona parte la tua analisi, anche se sarebbero da mettere in evidenza altri aspetti. Riguardo il Fondo di Solidarietà che preoccupa tutti noi, ti invio il documento della Federazione Autori che si prefigge di costituire un movimento per sensibilizzare le istituzioni a predisporre una legge che permetta agli autori, unica categoria no protetta, di poter usufruire di una cassa previdenziale.
    FONDO DI SOLIDARIETA’
    La Federazione Autori, riunitasi il 26 gennaio 2012, ha esaminato il nuovo regolamento Commissariale del Fondo di Solidarietà, che dal primo gennaio ha abolito l’assegno di professionalità, e ha osservato e stabilito quanto segue:

    E’ gravissimo oltre che ingiusto che gli Autori siano l’unica categoria professionale per la quale non sia prevista alcuna forma di Previdenza Sociale.
    Tale situazione è evidentemente condizionata dall’erronea convinzione che gli autori siano una categoria di privilegiati, con ricchi introiti. Si crede inoltre infondatamente che i redditi derivanti dalla creatività restino inalterati nel tempo. In realtà la situazione è diversa: a fronte di pochissimi artisti che hanno mantenuto nel tempo successo e proventi cospicui, corrisponde un’ampia platea di altrettanti onesti e validi professionisti che hanno visto via via scemare la loro condizione di benessere.
    In realtà sono molti gli Artisti che in età avanzata possono trovarsi in difficoltà economica.
    Pertanto gli Autori più prestigiosi della Federazione si sono impegnati a promuovere nei confronti delle Istituzioni tutte le iniziative utili affinché si proceda con celerità a colmare tale lacuna istituendo una Cassa di Previdenza e Assistenza per tutti gli Autori italiani.
    Il Fondo di Solidarietà Soci ha rappresentato un sia pur minimo “ammortizzatore”, ma purtroppo oggi non si può che prendere atto degli impedimenti legislativi opposti dalle Autorità vigilanti, che qualificano l’assegno di professionalità “forma previdenziale” e come tale vietata. Inoltre, i commissari hanno rilevato che l’applicazione della sentenza del Consiglio di Stato n° 97/92 che ha eliminato la distinzione tra Iscritti e Soci e permesso l’erogazione dell’assegno a tutti gli iscritti, comporterebbe nell’immediato un grave dissesto finanziario della Siae.
    La Federazione degli Autori, pur prendendo atto delle suesposte motivazioni, non condivide le conseguenti determinazioni assunte dalla gestione commissariale, ha incaricato il suo ufficio legale di valutare ogni possibile iniziativa a tutela della categoria e ha stabilito che in occasione dell’incontro fissato per il prossimo 31 gennaio con il Commissario Rondi intende:
    1. Confermare l’intenzione di intervenire presso le Istituzioni per richiedere la creazione di una Cassa di Previdenza per gli Autori professionisti e richiedere analogo impegno alla SIAE;
    2. Chiedere di modificare i criteri posti per l’esercizio dell’assistenza ritenendo al limite dell’oltraggio aver fissato il tetto annuo di 1.800 euro che può essere considerato solo una “regalia”, così come ritiene eccessivamente bassi i livelli di reddito di 8.800 euro richiesti per l’accesso al beneficio. Pertanto entrambi i limiti devono essere SIGNIFICATIVAMENTE elevati.
    3. Richiedere la nomina di una commissione di Garanti che con giudizio autonomo, valuti la sussistenza dei presupposti necessari per l’erogazione dei contributi.
    4. Gli Autori aderenti alla Federazione dichiarano la loro disponibilità a contribuire ai bisogni del Fondo di Solidarietà con un contributi di carattere volontario che verranno quantificati di volta in volta .
    5. La Federazione degli Autori ritiene di dover esigere la massima garanzia che le risorse attualmente disponibili (87 mln di euro al 31/12 2010) siano destinate esclusivamente ad interventi a favore degli Autori, in tal senso, si pretenderà la costituzione di una Fondazione esterna con personalità giuridica autonoma e patrimonio separato da quello della Siae.
    Nelle more della sua costituzione si otterrà che il nuovo Statuto preveda un esplicito vincolo di destinazione dei predetti denari del fondo e che il fondo sia destinato solo a forme di solidarietà e beneficienza degli Associati.

    6. Valutare caso per caso, eventuali aiuti straordinari ad personam da rivolgere a chi non raggiunga il tetto di reddito stabilito e che comunque abbia goduto di una professionalità artistica comprovata da una commissione di probi viri da istituirsi ad hoc.
    7. Richiedere che venga cassata la disposizione regolamentare che prevede che una parte delle risorse del fondo possa essere incamerata da un ente già precisato che svolge attività previdenziale ovvero da altri da stabilirsi. Questa previsione infatti, oltre a essere viziata da palese disparità di trattamento, contiene inspiegabilmente la possibilità di destinare il fondo, in via indiretta, ad attività previdenziale già dichiarata illegittima. In ogni caso anche se fosse ammessa non sarebbe giusto creare una proliferazione di enti che lavorino in tante gestioni separate.
    8. La Federazione degli Autori pretenderà dai commissari la concertazione sullo statuto per evitare che il testo definitivo arrivi a sorpresa come è accaduto per il regolamento del fondo di solidarietà.

  5. Sono sbigottito. Tony Pagliuca, un elemento musicale così di spessore, uno dei personaggi che insieme al suo gruppo ha fatto la storia della musica italiana riconosciuta in tutto il mondo che deve farsi i conti alla fine del mese? Ma ragazzi, stiamo scherzando? In un paese di facili donnine e di parassiti prepotenti qui bisogna fare piazza pulita di tutto! CELENTANO!!! Se tutto quello che ti pagano va in beneficienza c’è un’altra implicazione importante che ti riguarda. Sei libero, non ti hanno comprato non devi ringraziare nessuno. Cantagli tutto quello che ti passa per la testa visto che niente e nessuno ti ha mai messo paura. Sanremo così come è ora deve finire. Non rappresenta nessuna musica italiana. Vuoi un esempio? Ascolta i brani Sanremo giovani prescelti e poi ascolta questo http://www.youtube.com/watch?v=cJj4HnTU4fQ

  6. carissimo Toni, sono tra i 1087 cui è stato tolto l’assegno SIAE. Dici bene nella tua lettera, ma i commissari che hanno deciso di azzerare gli assegni sono quelli inviati da Monti a risolvere i problemi economici della SIAE. Lo sapevi? In cassa soci ci sono 87milioni di Euro ricavati dal 4% che abbiamo tutti pagato da decenni. Certi autori (vedi Ennio Morricone) hanno royalties per 4 milioni l’anno, giusto forse togliere loro l’assegno. Quelli che hanno meno di 20000€ l’anno sono circa 700. Tra questi circa 500 hanno meno di 10.000. Tra i 500 circa 350 meno di 5000. Forse almeno invece di toglierla a tutti potrebbero ridarla a chi ha redditi da royalties sotto una certa soglia. Anche di anno in anno; se un anno non hai royalties oltre una certa soglia ricevi il contributo, se la superi no. Non sarebbe stupido, che dici? Ti abbraccio

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