Le preziose ridicole, vibrante omaggio a Molìere ed al Cafè Chantant

“Le preziose ridicole”. La recensione della prima del 26 marzo.
In scena al Teatro Sala Umberto fino al 30 marzo 2024.

Le preziose ridicole” è uno commedia divertente e stimolante, che offre spunti di riflessione sulla società di ieri e dell’altro ieri. Un omaggio al genio di Molière, reinterpretato con originalità e talento da Stefano Artissunch.

La commedia ha debuttato a Roma al Teatro Sala Umberto, con un’eccezionale prima partecipata e ricca di ospiti in sala. “Le preziose ridicole”, nel riadattamento della commedia di Molière, è ambientata nella Roma degli anni ’40.

C’era molto interesse per la rilettura di Molière di Stefano Artissunch, che di questa commedia ha curato regia, adattamento, ideazione scenografica ed interpretazione.

E c’era molta curiosità per le due protagoniste al fianco di Artissunch, Benedicta Boccoli e Lorenza Mario che, in palcoscenico, oltre che recitare, cantano e ballano con temperamento e dimostrando grande versatilità.

Le due attrici vestono i panni di Caterina e Maddalena, artiste d’avanspettacolo che, per vivere, si esibiscono in un varietà stile “Cafè Chantant”. La loro smania di essere amate e riconosciute le porta a cadere nella trappola di due corteggiatori, innescando una serie di situazioni comiche e riflessive.

Lo spettacolo è arricchito da numeri musicali e coreografie che rendono la scena ancora più vivace.

I dialoghi originali di Molière sono attualizzati all’epoca storica in cui è ambientata la commedia, e sono valorizzati da numeri/performance e canzoni degli anni ‘30-’40 ma anche di epoche successive che però ben si prestano ad essere inquadrate negli anni che porteranno al conflitto bellico. Non mancano spunti di riflessione sulla censura e sulla dignità umana calpestata dai controsensi della guerra.

Artissunch non solo dirige lo spettacolo, ma interpreta anche il ruolo del presentatore. La sua regia è dinamica e coinvolgente, capace di esaltare la comicità del testo e la bravura delle attrici.

Nelle note di regia Artissunch fa riferimento  al “Preziosismo”;  si tratta del movimento letterario e sociale sviluppatosi in Francia nella prima metà del XVII secolo. Il suo nome deriva dal termine “précieux”, che significa “prezioso”, e riflette l’obiettivo principale del movimento: la ricerca di una forma di linguaggio e di comportamento raffinati ed eleganti.

Le “preziose”, come venivano chiamate, erano le donne che aderivano al movimento, si riunivano in salotti letterari per discutere di letteratura, filosofia e amore. Erano colte e intelligenti e desideravano distinguersi dalla massa attraverso la raffinatezza del loro linguaggio, del loro abbigliamento e dei loro modi. Ne “Le preziose ridicole” Molière vuole anche ridicolizzare le donne del movimento letterario per la loro affettazione e il loro snobismo.

Il regista si immerge in tutto questo e coglie in pieno l’opportunità di giocare con la genesi del ridicolo in teatro.

Il messaggio de “Le preziose ridicole” di Artissunch è chiaro: la ricerca ossessiva dell’essere alla moda e l’ostentazione di una vita patinata possono portare al ridicolo. Le “preziose” per il regista non sono solo due donne ingenue, ma rappresentano tutti coloro che, per sentirsi accettati, perdono di vista la propria identità. E, pensando ai tempi attuali ed ai social media, questo è un messaggio di grande attualità.

Bruna Brienza

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