A “Campo de’ Fiori” trionfa l’amore e la romanità

“Campo de’ Fiori”. La recensione della prima del 6 novembre 2012.
In scena al Teatro Sistina fino al 25 novembre.

Un film cult del 1943 con Aldo Fabrizi ed Anna Magnani ispira una deliziosa commedia musicale con l’accorta regia di Pino Quartullo. “Campo de’ Fiori”, in scena in anteprima nazionale al Teatro Sistina di Roma fino al 25 novembre 2012.

Cucita addosso alle doti e caratteristiche di Rodolfo Laganà (che ne è coautore con Gianni Quinto, anch’egli in scena nei panni dell’ufficiale giudiziario) la commedia è ambientata tutta nella famosa piazza romana, sotto la statua di Giordano Bruno. Siamo nel cuore della Roma che cambia: mercato rionale la mattina, centro della movida la notte; mix dunque di tradizione che resiste e di nuovo che avanza.

Sotto la statua le due bancarelle di fiori e di ortofrutta con i due protagonisti, il fruttivendolo Cesare (Rodolfo Laganà) e la bella fioraia Claudia (Milena Miconi), da sempre vissuti nella piazza.  A Campo de’ Fiori, rispetto al 1943, ci sono oggi anche personaggi “moderni” come il vu cumprà che vende borse ed il vigile urbano che lo rincorre per multarlo. Le luci tratteggiano i momenti della giornata, la piazza diurna e quella notturna e poi dell’alba… con i ratti (con un simpatico siparietto cantato e ballato dedicato ai topi).

“Campo de’ Fiori” è il racconto delicato e, allo stesso tempo, appassionato, dei Romani ironici e sognatori che, però, al momento giusto, sanno prendersi le loro responsabilità. E’ anche una storia d’amore non sdolcinata ma che resta romantica. Bravi Laganà e Miconi ed il resto del cast con Marco Passiglia, Renato Raimo, Tonino Tosto e il già citato Gianni Quinto, oltre ai ballerini.

Punto di forza dello spettacolo le canzoni e le musiche scritte da Roberto Giglio, accattivante e melodiche, da fischiettare all’uscita.

Parterre delle grandi occasioni per la prima nazionale al Teatro Sistina in cui spiccano le presenze in platea di Gigi Proietti e Pippo Baudo (a cui Laganà rende omaggio con una citazione improvvisata dei loro nomi  nel corso della commedia).

Alla fine trionfa l’amore e la romanità vivace, ironica, sbruffona, indolente ma sincera. La commedia, pur non essendo un esplicito remake dell’omonimo film del 1943, sarebbe piaciuta ad Aldo Fabrizi e Anna Magnani.

Claudio Costantino

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