Teatro Brancaccio: Cabaret conquista Roma con l’allestimento originale e la versatilità di Brachetti e Del Bufalo

“Cabaret il musical”, al Teatro Brancaccio di Roma fino al 12 novembre 2023.
La recensione della prima del 18 ottobre 2023.

La versione di “Cabaret il musical” – con la regia dell’accoppiata Arturo Brachetti (che ne è pure protagonista) e Luciano Cannito (che firma anche le coreografie e l’adattamento in italiano dei brani) – è coinvolgente e originale. Indubbiamente siamo di fronte ad un musical cult da cui fu tratto il film iconico e pluripremiato con Liza Minelli che ha festeggiato l’anno scorso i 50 anni dall’uscita.

Quando ci si trova davanti a uno spettacolo così importante e così attinente alla memoria storica del teatro, del cinema e della musica (con canzoni come “Money Money”, solo per fare un esempio), il rischio era di fare il remake, la lettura celebrativa.

Così non è stato, con Brachetti e Cannito che ci hanno messo la loro arte e passione: il primo portando sul palco, nel personaggio del Maestro di Cerimonie, la sua magistrale capacità di trasformista che rende la narrazione ancor più appassionante; il secondo portando la sua grande esperienza nel mondo della danza, con le coreografie che sono indubbiamente il valore aggiunto di questo spettacolo. Da sottolineare poi gli arrangiamenti musicali del Maestro Giovanni Maria Lori (con i musicisti che suonano live nella parte alta del palco), la scena di Rinaldo Rinaldi ed i costumi di Maria Filippi; tutti esperti professionisti dello spettacolo. Cioè è stato fondamentale il lavoro preparatorio, quello creativo e che fa funzionare alla perfezione la macchina dello spettacolo.

Ovviamente è stato importante tutto il cast in scena, dai protagonisti – il citato Brachetti e Diana Del Bufalo (Sally) – a tutti gli altri interpreti – Cristian Catto (Clifford Bradshaw), Christine Grimandi (Fraulein Schneider), Fabio Bussotti (Herr Schultz), Giulia Ercolessi (Fraulein Kost), Niccolò Minonzio (Ernst Ludwig) – l’ensemble e la band musicale. Da sottolineare che i brani sono interpretati dal vivo e cantati in italiano (nella traduzione ed adattamento dello stesso Cannito) operazione importante per far entrare pienamente gli spettatori nello spirito del musical, in cui le canzoni, il ballo, le performance sono un fondamentale unicum.

Piace la rilettura della Berlino degli anni ’30 del secolo scorso, del suo spirito libero e libertino; una Berlino così emblematicamente rappresentata dal decadente e sfavillante Cabaret Kit Kat Club, con le istrioniche e sorprendenti doti trasformistiche del Maestro di Cerimonie, con le sue soubrette e ballerine, con la sua atmosfera spregiudicate. In quel club non ci si rende conto di quanto sta accadendo, del Nazismo che sta prendendo il potere e conquistando il cuore della gente, dei venti di guerra. Qui c’è un Brachetti/Maestro di Cerimonie che conquista, che fa il verso a Chaplin ed alla famosa scena del mappamondo del film “Il grande dittatore”.

Diana Del Bufalo che ha raggiunto la piena popolarità in fiction televisive di successo – costruendo in tivù un personaggio un po’ da oca giuliva, di bellona svampita (che per certi versi ricorda Sandra Milo) – sulle tavole del palcoscenico ha svelato la vera Diana; è approdata al musical con “7 Spose e 7 fratelli” (nella scorsa stagione teatrale), rivelando doti di show girl, padronanza e versatilità nella recitazione, nel canto e nella danza. Questo nuovo musical ed il confronto da far tremare i polsi con la Sally di Liza Minelli non l’ha spaventata.

Il personaggio di Sally è tutt’altra cosa rispetto alla Milly di “7 spose per 7 fratelli”, è più sfaccettato, ed emblematico (della spensieratezza e della libertà sessuale della Berlino degli anni 30) e rappresenta una donna libera, che ha valori e sogni da realizzare. Lei ci mette le sue capacità di attrice e performer, dando caratterizzazione, limpidezza, verve e sensualità al personaggio.

Anche Brachetti ci ha colpito molto; certo conosciamo ed apprezziamo la sua capacità di sorprendente trasformista con il marchio di fabbrica del ciuffo a punta; ma qui si rivela padrone assoluto del palcoscenico, con grandi doti interpretative e canore. E la scena finale in cui  il Maestro di Cerimonie è la vittima sacrificale della nuova  Berlino nazista e fanatica colpisce come un pugno nello stomaco. Perché questo musical sa essere narrazione, intrattenimento e denuncia.

La prima al Teatro Brancaccio con il cast ad accogliere in sala gli spettatori, con i pannelli per i selfie di rito e con la ricca passerella di vip, ha saputo essere l’“Evento” teatrale, con la E maiuscola.

Brunella Brienza

About