Brancaccino: i sogni infranti di Felicia

“Il viaggio di Felicia”. La recensione della prima del 20 aprile.
In scena al Teatro Brancaccino fino al 23 aprile 2017

Una stanza tutta per lei: in questa rassegna teatrale al femminile sfaccettata e polivalente non poteva mancare il focus sulla donna migrante ed il suo sfruttamento.

Felicia racconta il sogno rumeno  della conquista  del successo, dell’affermazione in terra straniera nel mondo dello spettacolo. Ma le uniche offerte che riceverà  sono di sfruttamento, di vendita del corpo. Offerte prima rifiutate poi accettate volontariamente. Una sorta di dramma verghiamo in cui per i derelitti non c’è speranza; sono condannati inesorabilmente dalla vita.

Il testo di Claudio Pallottini è costruito  su misura sulle capacità dell’attrice di origine austriaca  Federica Bern. Il dramma, a tratti, è anche divertente ma è riso amaro quello che scaturisce da questo lavoro estremamente realistico, che racconta vicende che coinvolgono tante donne che non trovano realizzazione.

Alla recitazione la Bern alterna canzoni nazional popolare. Sono brani che hanno conquistato il cuore del personaggio, che hanno alimentato il q”sogno”  di una vita diversa. Lo stesso sogno – viene da pensare –  dei nostri connazionali ieri emigrati in America. Lo stesso dei tanti migranti che oggi affollano i barconi per raggiungere l’Europa.

Il viaggio di Felicia non lascia scampo, non lascia sogni, non lascia rimpianti. C’ è l’accettazione, la rassegnazione per un destino tragico, quasi ineluttabile. Ed è questa la cosa che più ci colpisce, che più ci ferisce nell’interno.

Non siamo capaci di dare opportunità. Abbiamo costruito un mondo di muri e porte chiuse. E Felicia, solo di nome, lo racconta, a volte superando la quarta parete, dialogando con gli spettatori a cui mostra il ritratto del cugino che ce l’aveva fatta a… superare i sogni.

Claudio Costantino

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