Teatro dell’Orologio: Vucciria racconta il “day after” dell’umanità sconfitta

“Yesus Christo Vogue”. La recensione della prima del 16 marzo 2016.
In scena al Teatro dell’Orologio fino al 26 marzo 2016.

La compagnia siciliana Vucciria Teatro ha un suo pubblico consolidato che non è mancato all’appello per il loro nuovo lavoro, “Yesus Christo Vogue”, che ha debuttato a Roma, alla Sala Orfeo del Teatro dell’Orologio. Probabilmente gli spettatori affezionati si aspettavano altro, con la compagnia che ha sempre affondato il bisturi nelle tematiche del degrado sociale delle periferie, della violenza e dei soprusi verso chi è considerato “diverso”; con in evidenza i diritti negati agli omosessuali.

Invece, con “Yesus Christo Vogue” hanno spiazzato, affrontando il tema di un pianeta che si sta autodistruggendo con le guerre, le bombe, i morti, le macerie, gli uomini e la natura violentata. Il lavoro è scritto e diretto da Joele Anastasi, che è in scena, ancora una volta, con Enrico Sortino e Federica Carruba Toscano. Una recitazione la loro ricca di pathos e fisicità.

Si accede a piccoli gruppi in un’antisala dove vecchi monitor incatenati proiettano scene crude di morti, violenze e devastazioni. La realtà dei tragici tempi attuali. Si entra quindi in sala, avvolta nel fumo e in un’atmosfera gelida e spettrale. Mentre gli spettatori prendono posto, un Gesù Cristo nero pece beve e mangia come un automa in un angolo; una scena di performance art che poi, con il monologo introduttivo, diventa teatro. La scena è fatta di pietre ed acqua. Rappresenta un nuovo tragico mondo dopo l’autodistruzione dell’umanità, dove gli unici superstiti, novelli Adamo ed Eva, cercano la morte più che la vita. Ridotti a bestie in un pianeta invivibile scopriranno che si può ricominciare, che il mondo riparte dell’amore. Spettacolo particolare e, come dicevano, spiazzante; è crudo e, allo stesso tempo, evangelico e – perché no? – “ottimista”. Adamo ed Eva si spogliano degli indumenti e del passato. Nudi, cercano nuovi linguaggi, nuova vita. La denuncia contro la guerra (tutti i conflitti, quelli tra uomini e tra uomini e natura) è forte, senza appello ma non è sterile. L’uomo e la donna hanno il seme della resurrezione, dopo la crocefissione dell’uomo.

Claudio Costantino

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