Il capolavoro di Checov al Teatro Quirino. Dal caos al silenzio improvviso

“Zio Vanja”. La recensione della prima del 3 dicembre 2013
In scena al Teatro Quirino fino al 15 dicembre

“La vita umana è come un pendolo che oscilla incessantemente tra dolore e noia, passando attraverso l’intervallo fugace, e per di più illusorio, del piacere e della gioia”. Viene in mente una delle frasi più celebri di Arthur Schopenhauer assistendo alla pièce “Zio Vanja”, tratta dall’omonimo testo di Anton Checov, allestita con successo al Teatro Quirino (sino al 15 dicembre), guidata da Marco Bellocchio.

Sul palcoscenico una coppia di valenti attori, Sergio Rubini e Michele Placido, che per lo più siamo abituati a vedere su uno schermo cinematografico, ma che sulle tavolo del palco rende magnificamente i propri personaggi.

Le parole citate del filosofo tedesco sembrano concretizzarsi con le figure di Vanja, reso da un sorprendente Sergio Rubini e sua nipote Sonia, rappresentata da un’accorata Anna Della Rosa.

Entrambi  vivono nella speranza che un giorno si possano superare i fallimenti, i dispiaceri accumulati nella vita e riemergere dalla loro condizione misera. I loro brevi e effimeri momenti di piacere e gioia derivano dal desiderio dell’amore. Zio Vanja prova un sentimento per la delicata e contraddittoria Elena (interpretata fantasticamente da Lidiya Liberman) moglie del cognato Serebriakoff, interpretato da un generoso Michele Placido. Anna è invece innamorata del dottor Astrof (reso dal bravo Pier Giorgio Bellocchio) che a sua volta vive un’infatuazione per Elena. Sono però tutti amori destinati a svanire nel nulla.

Elemento di disturbo, ma allo stesso tempo vitale, è costituito dalla coppia Serebriakoff e Elena. Portano scompiglio nelle vite di Vanja e della nipote Sofia. Alterano la vita quotidiana, distraggono dalle attività lavorative, pongono un freno alla routine. Si attenderà solo la loro partenza per riacquistare un senso di pace che coincide alla calma piatta nelle esistenze di Vanja e Sofia. Dal caos al silenzio improvviso.

Claudio Costantino

About