La “messa in scena” di Carlo Buccirosso

Foto di Gabriele Gelsi

“Finché morte non vi separi”. La recensione della prima del 9 aprile 2013.
In scena al Teatro Sala Umberto fino al 28 aprile

Carlo Buccirosso ambienta in un luogo di culto (prima nella sacrestia, poi all’esterno ed infine nell’interno) la sua nuova commedia “Finché morte non vi separi”, di cui è autore, regista ed interprete principale, indossando la tonaca di Don Guglielmo.

Con una compagnia rodata l’autore-attore propone una pièce teatrale scoppiettante che colpisce per la verve, che si muove tra tradizione ed innovazione. C’è, allo stesso tempo, la credenza popolare del munaciello (lo spiritello benefico che fa i dispetti) e la tablet per collegarsi a facebook. Come già aveva fatto nella precedente commedia “Il miracolo di Don Ciccillo”, Buccirosso prende di mira il social network per eccellenza,  ironizzando sulla sua dirompente diffusione che rende le presunte “corna” di dominio pubblico e virtuale.

Nella sacrestia, dove campeggiano i ritratti dei Papi (compreso quello di Papa Francesco) Don Guglielmo dovrà affrontare una situazione alla Promessi Sposi rovesciata. Qui c’è una coppia il cui matrimonio si “deve” fare a tutti i costi, nonostante che la promessa sposa non sia pienamente convinta. Al trepido sacerdote (un Don Abbondio al contrario) il compito di risolvere la matassa ingarbugliata, tra gag e battute frizzanti, tra candele come bengala e bizzarre persone.

Tra i personaggi spiccano quelli: della tecnologica sorella-perpetua di Don Guglielmo, incredibile ficcanaso che attraverso FB sa tutto di tutti e scopre l’”inciucio” dello sposo (la bravissima Tilde De Spirito); dello stravagante sacrestano (Giordano Bassetti);  di un irruento e vivacissimo nano dalla simpatia innata che rivoluziona la vita della sacrestia. Ad interpretare questo ruolo  l’ottimo attore, affetto da nanismo, Davide Marotta, che abbiamo visto pure nel film la “Passione di Cristo” di Gibson ed anche ne “Il miracolo di Don Ciccillo” nella parte del postino.

Divertente ed originale, la commedia colpisce anche per l’ambientazione scenica  (realizzata da Gilda Cerullo). E ci si ritrova, nel finale, con Don Gugliemo sull’altare ad officiare Messa; con il teatro che si trasforma ad un tratto in una vera e propria chiesa, con la partecipazione del pubblico al rito religioso.

Applausi a scena aperta per la prima al Teatro Sala Umberto, con il pubblico romano che ha gradito molto la nuova commedia, che si rivela davvero una delle migliori del repertorio di Carlo Buccirosso.

La messa in scena è finita, andiamo in pace…

Claudio Costantino

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