Promessi Sposi: Roma ha detto sì. Grande successo del kolossal di Guardì

“I Promessi Sposi”. La recensione
In scena al Gran Teatro fino al 27 novembre 2011

Il  musical “I Promessi Sposi – opera moderna”  a Roma archivia  un grande successo di pubblico ed ampi consensi nell’organizzata e accogliente struttura del Gran Teatro della Capitale. “Roma ha detto sì”, annuncia la cartellonistica pubblicitaria affissa nelle vie cittadine.

La produzione kolossal, con testo e regia teatrale di Michele Guardì e le musiche di Pippo Flora, è “moderna” ma riesce a rispettare il romanzo. E così non è tanto la storia d’amore di Renzo e Lucia ad emergere, quanto la fede, l’afflato religioso, l’abbandono totale alla divina provvidenza. Ed uno dei momenti più toccanti è quello del “Padre Nostro”, cantato dalla compagnia con grande intensità.

In palcoscenico un cast di prim’ordine con Graziano Galatone e Noemi Smorra nei panni di Renzo e Lucia. Giò Di Tonno è Don Rodrigo, Rosalia Misseri è la nuova Monaca di Monza  (ruolo prima interpretato da Lola Ponce). Da segnalare anche Vittorio Matteucci  che è L’innominato , Christian Gravina che interpreta Fra’ Cristoforo ed il Cardinale Borromeo, Cristian Mini nel doppio ruolo de Il conte Attilio e l’avvocato Azzeccagarbugli. Bravissimo il corpo di ballo che danza  sulle coreografie di Martino Muller. Tra i collaboratori dietrole quinte va segnalato Sergio Cammariere come consulente per l’editing musicale ed il pianoforte.

Il musical è riuscito a dare una forte e incisiva caratterizzazione non solo ai suoi protagonisti (Renzo e Lucia) ma anche ad altri personaggi dalla monaca di Monza, costretta a prendere i voti, che non riesce a non essere sedotta da Egidio con cui intesserà una relazione amorosa, a Fra Cristoforo simbolo della carità cristiana che diviene paladino della giustizia.

Immancabili poi il pavido Don Abbondio (un vaso di terracotta, costretto a viaggiar in compagnia di molti vasi di ferro secondo l’efficace descrizioni di Manzoni) il meschino Don Rodrigo che non permetterà l’unione degli sposi promessi. E ancora presenti sul palco protagonisti di molteplici intensi momenti musicali anche l’avvocato Azzeccagarbugli, l’Innominato, Griso (il capo dei bravi al servizio di Don Rodrigo).

Da sottolineare uno dei momenti più commoventi dell’opera; la rappresentazione della peste (in cui i ballerini interpretano la popolazione afflitta dal morbo). Emozionante l’episodio proposto che vede protagonista un personaggio secondario: la madre di Cecilia (interpretata intensamente da Chiara Luppi che è anche Perpetua), una bambina morta a seguito del contagio. Strappa calorosi applausi il doloroso brano proposto che allo stesso tempo celebra la dignità degli affetti umani.

Sotto la pioggia salvifica (vera e scrosciante sul palco), cantando il Padre Nostro, con tutti i protagonisti  schierati nella preghiera e nella purificazione, si conclude uno dei musical più belli della stagione teatrale. Vero, sincero, spettacolare, aderente all’opera manzoniana a cui si ispira.

 Monica Menna

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